Egitto. Una terra, un popolo, una cultura che amo fin da quando son bambino. Decine e decine di libri, riviste, informazioni varie su tutto ciò che riguarda l’Egitto, o più specificatamente l’Antico Egitto. Amo l’archeologia, ma la mia passione maggiore riguarda l’Egittologia. Era il mio sogno da bambino, diventare un esperto di faraoni, sfingi e piramidi. Come spesso accade la vita poi ti porta a fare tutt’altro, ma la mia passione per questo antico popolo non è mai sparita, anzi.
Da ragazzo ho avuto la possibilità di visitare questa terra e conoscere, anche se solo in parte, la sua cultura. Non ebbi la possibilità di girare come avrei voluto, la crociera sul Nilo con tappa Luxor e il Cairo, per citare due mete, è un sogno che rimane nel cassetto ma che difficilmente resterà chiuso ancora a lungo.
Mi furono regalati due soggiorni, il primo a Sharm El Sheikh ed il secondo a Marsa Alam. Entrambi furono di una sola settimana, quindi le escursioni al Cairo o a Luxor erano (relativamente) troppo distanti. Nella prima occasione ebbi almeno la possibilità di visitare il Monte Sinai, in particolar modo il Monastero di Santa Caterina, il più antico monastero cristiano ancora esistente.
Per il resto son entrambe famose per la barriera corallina che rende le acque del Mar Rosso piene di pesci coloratissimi, adatte agli amanti dello snorkeling ma non solo. Oltre che un amante dell’archeologia son un amante dell’acqua e la possibilità di nuotare con tutti quei pesci è magnifico. Essere circondati da pesci che si cibano o si nascondono tra i coralli della barriera corallina, almeno a me, fa sentire in pace col mondo.
Ma l’Egitto è molto altro, la Valle dei Re, le piramidi, le sfingi, i musei, le necropoli o i tempi. Questi son i miei obiettivi, vivere e toccare di persona i luoghi in cui ha vissuto uno dei popoli più misteriosi e affascinanti del nostro mondo.
Ma cosa fare quando il proprio sogno si scontra con l’attualità?
Tutti conosciamo il terrorismo, son passati quasi 15 anni dal tragico attacco alle Torri Gemelle in cui tutto cambiò e che tutt’oggi ha ripercussioni su di noi.
Molti viaggiatori, tornando dall’Egitto, lo definiscono come un posto al di fuori dal rischio attentato, ma la cronaca recente e non parla di attacchi proprio in quella terra. Un aereo Russo dirottato lo scorso anno con più di 200 vittime, turisti di tutte le nazionalità presi in ostaggio e uccisi. Il crollo del turismo, riferendomi all’anno 2015, si aggira attorno al 50%.
A chi credere allora? Quando la voglia di viaggiare, di scoprire, di amare, supera la paura di essere vittime di terroristi?
Lo ammetto, faccio parte di quel gruppo che ha paura e non me ne vergogno. Non è la paura in se di morire, quello può capitare ovunque e comunque, ma essere un numero, un trofeo dei terroristi mi disgusta e mi frena, ma è altrettanto vero che è proprio la paura ad alimentare questi individui ed è su questo che fanno leva.
Quindi cosa fare? E’ possibile vivere un’avventura con la perenne paura di essere bersagli di un qualcosa di innaturale? Non ho una risposta in merito. Questo articolo nasce per questo: vuole essere uno sfogo di ciò che sento, da una parte la voglia di partire, dall’altra la paura di non riuscire a godere appieno di un qualcosa. Il confrontarsi con altre persone può farmi riflettere e leggendo i vostri commenti spero di trovare la forza di lasciar quella paura che si scontra con i sogni.